La caviglia è soggetta a numerose patologie tra le quali:
– fratture del malleolo tibiale interno
– fratture del malleolo peronale esterno
– fratture bi-malleolare o tri-malleolare
– distorsioni
– lussazioni
– artrosi
– cedimento della volta plantare
Le fratture del malleolo della tibia e del perone vengono curate con una terapia basata su un bendaggio gessato, mediante una riduzione chiusa o cruenta ed una ingessatura. La guarigione avviene tra 9 e 16 settimane a seconda della gravità della frattura dopo un periodo di immobilizzazione di almeno 6-8 settimane.
Tutte le patologie a carico delle caviglie possono essere trattate e curate con l’intervento di un osteopata o di un fisioterapista.
L’osteopatia non si occupa della malattia dal punto di vista patologico ma tratta lo squilibrio delle funzioni della zona che esamina. L’osteopata attraverso un lavoro manuale riattiva sia il sistema venoso che arterioso, dando origine all’attivazione delle forze autoguaritrici dell’organismo eliminando le tossine e ogni tipo di ostacolo che causa dolore. La funzione dell’osteopata è quella di valutare ogni variazione a livello dei tessuti e soprattutto le infiammazione che vengono segnalate dalla temperatura corporea e gli eventuali ematomi presenti sulla parte dolorante. Il medico osteopata non tocca la parte sofferente ma va alla ricerca del punto di partenza del dolore. Effettua delle tecniche manuali delicate senza somministrare farmaci.
Prima di sottoporsi a seduti di osteopatia si dovranno eseguire alcuni esami diagnostici finalizzati non solo a valutare la situazione delle ossa delle caviglie ma anche a scoprire eventuali controindicazione a sottoporsi alle manipolazione del medico. Gli esami fondamentali saranno:
– esami radiologici
– ecografia
– tac
– risonanza magnetica
L’osteopata interverrà su alcune delle patologie della caviglia come:
1) artrosi
Con questo termine si definisce una sofferenza cronica degenerativa, caratterizzata da alterazioni distruttive della cartilagine che riveste le articolazioni, associata a modificazioni dell’osso. L’artrosi può essere considerata una vera e propria usura delle ossa che può essere naturale, cioè legata al passare degli anni o precoce, conseguente a malattie generali o locali che interessano l’articolazione della caviglia. L’artrosi si manifesta con un dolore che nella maggior parte dei casi è più intenso al mattino e alla sera. Con il movimento il dolore di solito diminuisce. L’artrosi non viene eliminata con la pratica dell’osteopata ma solo con un intervento chirurgico spesso con l’introduzione di protesi. Tuttavia mediante l’intervento osteopatico si riesce ad avere ottimi risultati quali:
– diminuzione notevole del dolore a carico della caviglia
– buona ripresa delle funzioni articolari
– riduzione se non eliminazione della assunzione di medicinali antifiammatori e anti dolorifici
2) il cedimento dalla zona plantare è una affezione che interessa molte persone, è responsabile di tutta una serie di disturbi a carico delle estremità degli arti inferiori che compromettono i movimenti. Tali disturbi sono la conseguenza di uno squilibrio del piede che si è instaurato con il passare degli anni sia per motivi generali sia per l’uso di calzature prive dei più elementari requisiti anatomo-funzionali ed igienici. La degenerazione riguarda in particolare il tendine muscolare della tibia posteriore che comporta un vero e proprio cedimento degli elementi muscolari a cui è affidata la tenuta tonica ed elastica della volta anteriore del piede. La volta anteriore si appiattisce o addirittura si inverte. L’appoggio plantare non avviene più sul primo e quinto metatarso, ma sul secondo e sul terzo a livello del quali si formeranno durezze e callosità molto dolorose oltre a delle borse sierose che possono infiammarsi.
Il cedimento darà quindi origine ad un allargamento a ventaglio dei metatarsi che condizionerà una deviazione delle dita. A questo livello si formano borsiti che potranno infettarsi e farsi molto fastidiosi. Il cedimento è determinato indubbiamente da una predisposizione costituzionale basata sulla eccessiva debolezza dei legamenti. Inoltre può essere aggravato anche da alterazione generali come l’obesità, la menopausa, lavori pesanti a carico della caviglia, uso di calzature non idonee con tacco alto e punta troppo stretta eccetera. Lo squilibrio della caviglia e di conseguenza di tutto il piede porta a fenomeni degenerativi artrosici.
L’osteopata ricorrerà oltre a manipolazioni dolci sulla parte dolorante anche a far utilizzare al malato un plantare finalizzato a sostenere la parte longitudinale interno per permettere al piede di assumere in modo completamente passivo la sua corretta posizione. Infatti la caviglia in questo modo non sarà più soggetta alle tensioni sui tendini e sugli arti mediali e di conseguenza permetterà di bloccare l’aggravamento dell’artrosi, le degenerazione sia dei legamenti che dei muscoli.
3) gonfiori alle caviglie
E’ uno dei problemi che maggiormente colpisce le caviglie. E’ causato da cattive posizione, da stanchezza o da problemi di circolazione. L’osteopata mediante un lavoro manuale sulle caviglie andrà a scoprire l’indice di infiammazione mediante l’individuazione della temperatura del corpo, attivando così la circolazione che comporterà la riduzione del gonfiore. Questo tipo di intervento verrà eseguito dopo aver fatto stendere il paziente su un lettino con le gambe leggermente sollevate rispetto al tronco
4) Distorsioni e contusioni
La distorsione alla caviglia è molto comune e rappresenta un trauma a carico del muscolo scheletrico. Il medico osteopata tratterà la parte dolente con molta delicatezza per ottenere un recupero funzionale totale. Di solito la distorsione della caviglia richiede un trattamento della durata massima di 6-7 settimane. Una volta che il medico ha risolto la distorsione consiglierà al paziente di utilizzare un bendaggio, soprattutto durante esercizi fisici o in caso di attività lavorativa pesante, al fine di evitare ed in particolare prevenire una ricaduta o una recidiva che comporterebbe un recupero molto più lungo e difficile che potrebbe determinare, nel caso di episodi ripetuti e continui, una lunga immobilità.
Le contusioni alla caviglia sono molto dolorose in quanto molto spesso comportano la rottura di vasi sottocutanei dando origine ad un ematoma. Il medico osteopata, dopo aver raffreddato la parte con del ghiaccio, si occuperà della manipolazione della zona al fine di decongestionare la parte dolente
5) Fratture guarite
Le fratture del piede sono sempre molto gravi e di difficile ricomposizione tanto che spesso lasciano un danno del movimento. Queste fratture si verificano quasi sempre per una causa indiretta con uno strappo ad opera dei robusti legamenti che lo collegano al calcagno o con un schiacciamento che può avvenire per una caduta dall’alto.
Dopo aver subito una o più fratture alla caviglia è possibile ritrovare la corretta funzionalità con la manipolazione manuale delicata dell’osteopata al fine di evitare la rigidità articolare e ripristinare i movimenti articolari della caviglia
La fisioterapia rappresenta una tecnica di riabilitazione che con l’ausilio di mezzi naturali è in grado di ridare un totale o parziale recupero funzionale a persona che hanno subito un trauma o hanno difficoltà motorie causate da malattie.
Per sottoporsi a cure di fisioterapia sarà necessario effettuare prima una visita da un medico fisiatra e alcuni esami medici come tac, radiografia, risonanza magnetica, elettromografia e quant’altro. Il medico dopo aver valutato la situazione clinica del paziente stabilità quali terapie adottare. Il fisioterapista seguirà il paziente passo a passo, stabilendo un piano terapeutico, per aiutarlo a raggiungere un recupero funzionale utilizzando delle tecniche, degli esercizi fisici e degli apposi apparecchi.
Potrà intervenire e risolvere in modo totalitario o parziale alcune patologia a carico della caviglia quali ad esempio:
1) distorsione viene causata da un trauma che può dare origine alla rottura di vasi sanguigni e di legamenti dando origine ad un dolore alquanto forte, a gonfiori, a difficoltà di deambulazione e anche rigidità al piede. Si cura con il riposo mettendo il piede leggermente sollevato e con la chioterapia o meglio applicazioni di ghiaccio sulla parte gonfia e dolente. Una volta ridotto il gonfiore, il fisioterapista si occuperà, mediante esercizi fisici riabilitativi e lievi manipolazioni, di ridare la funzionalità all’arto, rinforzando la muscolatura ed eliminando il dolore.
2) tendinite della caviglia rappresenta un’infiammazione che di solito è dovuta ad un uso esagerato del tendine in particolare durante esercizi fisici, ma può anche essere causata dall’uso di scarpe inadatte. Crea una tumefazione spesso accompagnata da un rigonfiamento. Viene diagnostica mediante un esame ecografico. Viene trattata con manipolazione manuali, con strumenti quali onde d’urto , laser terapia usando un raggio elettromagnetico sulla parte infiammata e alcune volte viene consigliato un plantare ortopedico.
3) metatarsalgia identifica i dolori che colpiscono i metatarsi o meglio le cinque ossa che formano l’avampiede. Di solito è legata ad alcune malformazioni del piede come l’alluce valgo o le dita a martello. Si manifesta con dolore intenso e viene diagnosticata mediante ecografia, radiografia e baropodometria ovvero un esame che permette di calcolare, con l’ausilio di un computer, la distribuzione ,su i due piedi ,del peso del corpo per determinare un eventuale squilibrio. Si cura con manipolazioni manuali, laserterapia, ultrasuoni e nei casi difficili con la chirurgia
4) alluce valgo è una deformità causata dall’uso di scarpe strette in punta e troppo alte e dall’ereditarietà. Procura dolore e instabilità nel camminare. Al primo manifestarsi può essere curato con manipolazioni , laserterapia o con una terapia che utilizza un campo magnetico a frequenza elevata, mentre negli stati avanzati necessità di intervento chirurgico
5) borsite è una infiammazione che colpisce le borse del tallone, può essere causata da traumi, da scarpe inadatte e da batteri. Si cura con la magnetoterapia e con terapie manuali
6) tallonite è una infiammazione che riguarda il tallone dovuta ad alterazioni delle ossa, a reumatismi, ai tipi di scarpe, a sforzi sportivi. Procura dolore e si cura con la magnetoterapia e con un plantare
7) spina calcaneare è una neoformazione di origine benigna nell’osso del tallone è causata dalla gotta, da malformazioni ossee, dall’artrite reumatoide eccetera. Si cura con esercizi di stretching, ultrasuoni, onde d’urto e terapia magnetica.
Le metatarsalgie del piede
Le metatarsalgie del piede sono sintomi di patologie che possono rivelarsi gravi per il piede e la sua pianta in primis, ma anche per la schiena, l’anca o addirittura il ginocchio.
Forse non tutti sanno che i dolori alla colonna vertebrale che spesso si avvertono non dipendono solamente dalla schiena, ma anche e soprattutto dal piede. Lo diamo per scontato, ma i nostri piedi sono continuamente sottosforzo per mantenere in equilibrio il nostro corpo e supportarne il relativo peso durante tutta la giornata.
I dolori al piede solitamente sono classificati come metatarsalgie, in altre parole si parla di sindromi che colpiscono la parte anteriore del piede, i cosiddetti metatarsi, provocando dolore al plantare e al dorso. Esse sono dovute agli squilibri di carico oppure a malattie sistemiche, a lesioni dei capi articolari o dei tessuti mobili, per questo le metatarsalgie del piede possono manifestarsi come biomeccaniche e non biomeccaniche. Le prime sono dovute a patologie dipendenti da squilibri e sovraccarico dei metatarsi, dall’altra parte le metatarsalgie non biomeccaniche sono conseguenti all’insorgere di malattie articolari, reumatiche o vascolari.
In questi casi bisogna partire dal presupposto che la metatarsalgia non è una patologia ma un sintomo, per cui è sempre provocato da altri problemi e patologie. Tale problema deve essere curato il prima possibile per non incappare in dolori amplificati in tutte le altre parti del corpo. Il dolore coinvolge la parte anteriore del piede e nella maggior parte dei casi camminando i dolori aumentano, il caricamento del peso cambia e si arriva ad assumere posizioni scorrette che a lungo andare influiscono sulla colonna vertebrale provocando seri dolori.
Gli strumenti per diagnosticare le metatarsalgie del piede sono la radiografia, in un secondo step l’ecografia e la baropodometria che analizzando la camminata identifica la distribuzione del peso e quindi individua la quantità di carico supportata da entrambe le piante del piede.
Ci sono diverse cure possibili per i sintomi da metatarsalgia del piede: l’utilizzo di plantari ortopedici per un breve periodo coadiuvato dall’uso di scarpe a pianta larga, oltre alla possibilità di sottoporsi a terapie di varia natura per alleviare il dolore. Nei casi considerati più gravi la chirurgia risulta la soluzione più adatta per modificare la conformazione ossea del piede ormai compromessa, ma in questo frangente bisogna affidarsi ad un chirurgo abile e consapevole in quanto si tratta di un intervento molto delicato.